LA NEGOZIAZIONE COME CONOSCENZA E COMPRENSIONE DI SÈ E DELL’ALTRO: DAL PARTICOLARE AL GLOBALE in La nuova giustizia civile (2014), anno 1 – n. 4, pp. 69-74
di Alberto Mascia (Avvocato, mediatore professionista, responsabile scientifico presso enti di formazione, formatore, Vice-Presidente APM – Avvocati Per la Mediazione)
Più di 2000 anni fa, Plutarco, in una delle sue tante opere che hanno segnato intere epoche (i Moralia), affermava “Le persone sagge, allo stesso modo delle api, che producono il miele dal timo nonostante esso sia molto aspro e secco, dagli avvenimenti sgradevoli ricavano spesso qualcosa di conveniente e vantaggioso per sè”.
Calando tale osservazione in un ambito relazionale e negoziale, ci si può e deve chiedere perché tutto ciò che è visto come ‘altro’ rispetto a sé sia quasi sempre un nemico da demonizzare, condannare, ostacolare, combattere e non invece un alleato, un maestro che gratuitamente ci insegna (come lo stesso Plutarco ci svela ancora), che ci spinge a prenderci cura con maggiore attenzione dei nostri interessi, anche mediante le lezioni e gli insegnamenti più duri da affrontare, ma da cui impariamo a riconoscere le nostre debolezze e i nostri errori, che prima non vedevamo, migliorandoci, crescendo, evolvendo come esseri umani.
Muovendo da tale premessa, le riflessioni che voglio proporre riguardano quello che potrei chiamare il cuore pulsante della negoziazione, e nello specifico mi riferisco a tutti quegli elementi che sono racchiusi nella sfera personale e interiore, in quella dinamica e relazionale di ogni essere vivente, nelle sue abitudini comportamentali e nella sua spinta più o meno forte verso il cambiamento. La conoscenza e comprensione di sè e dell’altro determinano e arricchiscono il modo di essere e di relazionarsi di ciascun individuo in ogni scelta e negoziazione che quotidianamente viene compiuta.
La centralità della persona è il perno attorno al quale compiere un passaggio mentale e comportamentale necessario, vitale, epocale, per ogni forma di interazione: considerare l’altro non come mezzo di utilità economica o trampolino di lancio per conquiste individuali; considerare l’altro come occasione per arricchirsi di esperienza, umanità, acquisire capacità di pensare criticamente, capacità di trascendere il particolare e avere una visuale più ampia sulle cose, migliorandosi e migliorandole.
(…)
Il ‘gioco’ della negoziazione è, quindi, sotto questo profilo, ricerca del sapore della creatività, ricerca del gioco dello scambio dei ruoli, non come mero esercizio di logica, ma un coltivare insieme la comprensione dell’altro, ma è anche sviluppo, trasformazione, educazione e rieducazione. Uno spazio potenziale tra individuo e ambiente, in cui ci si modella in tutte le fasi che contraddistinguono l’evoluzione dell’uomo, in cui ogni forma di processo mentale creativo ci permette di sviluppare una autonomia riflessiva personale e di cogliere l’opportunità che ciascuno di noi vuole concedersi, di dare un nuovo e personale senso alla propria esistenza e al mondo, a partire dalle pregresse esperienze sociali e culturali. Un nuovo punto di partenza.
Per leggere il testo integrale dell’articolo, clicca qui.